"VIAGGIATORE, NON C'E' UN SENTIERO.
I SENTIERI SI FANNO CAMMINANDO".

Antonio Machado, Poesias Completas

martedì 4 maggio 2010

ATTENTI A QUEI DUE: THE FOOD THAT SHOULDN'T EAT TOGETHER

Il monastero di Inwa e' austero e bellissimo. Interamente realizzato in legno di tek nella prima meta' dell'800, e' suddiviso in due ampie sale, a loro volta ripartite in ambienti piu' piccoli. In una delle navate laterali e' stato ricavato lo spazio per un'aula scolastica. Ci sono alcune file di banchi, un tavolo sormontato da pile di libri e una stuoia su cui siede il monaco - insegnante. Dalle travi del soffitto pendono, agganciati a delle cordicelle, due grandi mappamondi colorati. Appesi alle pareti ci sono vari cartelloni plastificati: l'alfabeto birmano, quello "occidentale", delle mappe ed altri.
Di uno di questi "cartelli" voglio parlarvi oggi. E' davvero spassoso.
Si tratta di una sorta di tabella, scritta in birmano ed inglese, che dovrebbe avere la funzione di illustrare quali cibi, bevande, insomma quali tra le pietanze che ci si potrebbe trovare in tavola, sia assolutamente sconsigliato consumare insieme, "mischiare" (il titolo in inglese che campeggia sul cartellone e', infatti, "THE FOOD THAT SHOULDN'T EAT TOGETHER"). Ogni pietanza, oltre ad essere indicata nelle due lingue, e' raffigurata da un bel disegno a colori.
Guardate, su 'sta tabella (che nei giorni successivi ho ritrovato in parecchi altri luoghi: insomma, e' popolarissima!) ci scriverei un trattato, vi giuro. Ma, per ragioni di sintesi, qui debbo limitarmi a qualche spunto.
Chi abbia stabilito i criteri di incompatibilita' alimentare e sulla base di quali principi mi e' oscuro.
Su alcuni, nulla da eccepire, mi pare ci sia del buon senso.
Ad esempio, una tra le prime "caselle" spiega come non vada bene trangugiarsi dei gran bicchieroni di latte mangiando sashimi.
Che dire, mi sembra ragionevole, una certa qual acidita' di stomaco, in effetti, rischierebbe di tormantarvi la giornata.
Ma su altri, personalmente, debbo dissentire (poi fatemi sapere come la pensate).
Ad esempio, perche' non andrebbe bene (come pretenderebbe di insegnarmi la famigerata tabella) farsi una bella scorpacciata di rinoceronte e pesce? Sempre di proteine si tratta, mica andrei contro i canoni della dieta a zona!
Oppure, perche' non potrei apparecchiare per gli amici un bel pranzetto a base di cicogna ed anguria (giuro, e' tutto vero)?
Sulla cicogna, debbo, in effetti, confessarvi qualche riserva; ma e' una cosa mia, psicologica, saranno tutti 'sti discorsi sulla natalita' zero... insomma l'anguria non c'entra, davvero.
O ancora, qualcuno sa spiegarmi perche' il boa non andrebbe servito con contorno di "indian trumpet" (una specie di fagiolini)?
Ce ne sono poi un paio che trovo davvero sfiziosi.
E' bene sappiate che alla zucca "rotonda" (in inglese "pumpkin") non va mai abbinato il piccione ed alla zucca "a fiasco" (in inglese "gourd") - prendete nota - il pappagallo.
Ora, donne, questo messaggio e' rivolto anzitutto a voi (sebbene la moderna degenerazione dei costumi lo renda attuale anche per i maschietti). Dite la verita', quante volte, trovandovi nel frigo un po' di pappagallo avanzato del giorno prima, avete ceduto alla tentazione di riproporlo la sera, magari proprio con un bel contornino di zucca a fiasco fritta?
Credete di aver fatto bene? No, grave errore! Posso concedervi l'attenuante di aver agito in buona fede; ma ora sapete e la recidiva sarebbe davvero imperdonabile.
Comunque, scherzi a parte, a me questo coinvolgimento del pappagallo ha turbato pronfondamente.
Si mangiano pure il pappagallo.
Qualcuno potrebbe replicare "beh, se ci si mangia, che so, la quaglia... perche' non il pappagallo?".
Ma, santo cielo, perche' queste bestiole... parlano, capite?
Io non potrei pensare di mettere in forno un pennuto che magari fino a pochi istanti prima mi ha gracchiato nelle orecchie "non farlo!".
Se, poniamo, un pollo, quando si e' in procinto di tirargli il collo, attaccasse a dire "amico, non essere precipitoso, parliamone"... non provereste un certo disagio?
Il discorso richiederebbe ampie e ponderate valutazioni, lo so, e qui, purtroppo, "il tempo e' tiranno" (tradotto: l'internet point sta per chiudere).
Allontanandomi dal monastero di Inwa solo un dubbio ha continuato ad assillarmi: ma, in definitiva, il pappagallo, con le zucche "rotonde" (non quelle "a fiasco")... potro' cucinarlo?

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