"VIAGGIATORE, NON C'E' UN SENTIERO.
I SENTIERI SI FANNO CAMMINANDO".

Antonio Machado, Poesias Completas

domenica 25 aprile 2010

RISCHI DEL VIAGGIARE: THINGUN!

Premessa n. 1

Debbo scusarmi con voi per aver un po' trascurato il blog ultimamente, ma e' accaduto che dopo la pubblicazione del post sulla censura, la polizia mi abbia preso e ficcato nel (peraltro monumentale) penitenziario di Inlein, a Yangon, dove sono rimasto detenuto alcuni giorni. Diavolo di servizi segreti, chi avrebbe potuto immaginare che disponessero di interpreti italiano - birmano?
Comunque, la vita in carcere non era poi malaccio, ci facevamo della gran partite a chinlon e la sera guardavamo le partite di coppa. Solo la prima colazione era, francamente, insoddisfacente.

Premessa n. 2

La funzione della premessa n. 2 e' rassicurare coloro i quali, anche solo per un istante, avessero pensato che nella premessa n. 1 stessi dicendo sul serio. Gente, scherzavo, era una battuta, sono solo stato in giro a visitar templi, ok?

Premessa n. 3

Anche questo post viene pubblicato grazie alla preziosa collaborazione della carissima Mich, donna e blogger sublime.

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Alcune sere fa, mentre camminavo lungo un viale poco illuminato di Yangon, un'auto ha rallentato, mi si e' affiancata, ed una ragazza a bordo mi ha puntato addosso una pistola ed ha premuto il grilletto.
Mi ha colpito, piu' volte, ed ogni volta se l'e' risa di gusto.
Rischi del viaggiare.
Bene, malgrado sia stato centrato in pieno, sapete che vi dico? Ne sono uscito perfettamente incolume ed, anzi, piacevolmente divertito.
La pistola era ad acqua e l'imboscata stava a dire "straniero, anche per te ha inizio la Festa dell'Acqua!".
Gia', son capitato a Yangon giusto alla vigilia del Water Festival (in birmano "Thungi").
Nulla che non sapessi, anzi, ero preparato; quando mi son trovato a dover decidere la data di partenza, ho fatto proprio in modo di arrivare in tempo per la festa.
Di cosa si tratta? Dunque, la Festa dell'Acqua dura tre giorni e precede il Capodanno birmano. E cosa accade durante i giorni di festa? Semplice, dall'alba al tramonto, tutti, ma proprio tutti, ci si fa, in qualsiasi momento e circostanza, dei gavettoni incredibili! Del tipo che cammini per strada, un tizio ti fa "auguri", ti sorride e ti rifila una secchiata d'acqua. Funziona cosi' (si tratta solo di saperlo, altrimenti e' comprensibile ci si possa restare un po' maluccio). Lungo le vie di Yangon vengono montati dei grandi palchi, che sparano a volume assordante un misto di Black Eyed Peas e musica tradizionale birmana, con decine di tubi di gomma pronti a far "acqua" (dir "fuoco" sarebbe improprio). La cittadinanza - a piedi, in bici, moto, in auto, su furgoni scoperchiati colmi all'inverosimile, insomma in qualunque modo - percorre le strade e si fa inondare tra grida di festa e giubilo.
La mattina del primo giorno, pero', la situazione pare ancora piuttosto tranquilla. Metto il naso fuori dalla porta d'ingresso dell'albergo e non si vede nessuno nei paraggi. Alla "reception" non mancano di rammentarmi "put your passport, camera, mobile and everything in plastic bags, 'cause..."... fermi, va bene, non aggiungete altro, sono pronto.
Esco ed inizio a dirigermi verso la Sule Paya, assumendo un incedere sicuro, del tipo "vado a farmi il mondo".
I bambini - notoriamente privi di pietas - sono i primi a notarmi. Una bimba - avra' quattro, cinque anni - quando mi vede s'illumina d'entusiasmo. Non sta nella pelle, un turista grande e grosso e' un bersaglio troppo succulento.
Riempe una tazza d'acqua e tutta affannata si mette a corrermi appresso, seguita con lo sguardo dai genitori che se la ridono.
Potrei allungare un po' il passo, ma si tratterebbe solo di rinviare di poco l'ineluttabile e, insomma, che dite, potrei aver cuore di deluderla? Mi fermo, sfilo il cappello, mi chino per porgerle la testa e ricevo il mio battesimo dell'acqua, tra la soddisfazione generale.
La mattinata del primo giorno e', essenzialmente, territorio di caccia dei bambini. Alcuni mi porgono anche dei bicchieri pieni, perche' possa a mia volta partecipare al gioco. I piu' grandi sono ancora impegnati nei preparativi.
Nei giorni successivi capisco cos'e' davvero la Festa dell'Acqua. Lungo tutta la strada, vi giuro, tutta, decine e decine di kilometri, la gente, di qualsiasi eta', sesso, insomma chiunque, si allinea lungo il bordo della carreggiata e con secchi, pentole, tazze o veri e propri idranti, bombarda d'aqua tutti quelli che, a piedi o con qualsiasi mezzo, si trovino a passare per la via. Se non avessi il privilegio di un finestrino da chiudere, sarei annegato gia' a Taungoo!
Nei villaggi attraversati dalla strada, poi, ci sono dei grandi palchi (come per le vie di Yangon), con musica e pompe spara-acqua, e lo scontro si fa ancora piu' vivace.
Quando abbandoniamo la strada per Mandalay, per inerpicarci lungo le vie strette e polverose che portano a Kalaw, la Festa assume una connotazione ancora diversa. Nei paesi, i giovani hanno allestito dei veri "posti di blocco" e chiedono offerte per finanziare, ciascun gruppo, i propri festeggiamenti. L'offerta non si puo' fare a meno di darla, dato che te li ritrovi sdraiati sul cofano (ma l'obolo richiesto puo' equivalere a circa trenta, cinquanta centesimi di euro; insomma, non vi impoverirete). Altri, in cambio della "donazione", danno, a loro volta, qualcosa. Cosi', in un piccolo villaggio, mi ritrovo tra le mani un bicchiere di un succo rosso dolcissimo ed una palletta gommosa di latte di riso. Mangia, bevi. Uno mi dice: " L'hai sentito lo zucchero nella pallina di riso?". Rispondo: "lo zucchero, si'". E lui: "e' andata bene, in alcune mettono del chilli al posto dello zucchero e quando saltan fuori ci si fa delle gran risate!".
Per raggiungere la Golden Rock (una delle mete piu' note del Myanmar; chi fosse interessato a saperne di piu', potra' dare un'occhiata su qualsiasi motore di ricerca) occorre farsi i tornanti ripidi e vorticosi che conducono alla cima a bordo di tremendi autocarri che stipano i passeggeri sul retro, accovacciati su assi lunghe e strette. Non ci sono orari precisi per le partenze, il mezzo parte quando la legge di incomprimibilita' dei corpi impedisce di caricare a bordo anche solo piu' un'anima penitente.
Prima di, letteralmente, arrampicarmi a bordo, un tale ispirato da buoni sentimenti, mi sussurra: "put your passport, camera, mobile and everything in plastic bags, 'cause...". Santo cielo, anche qui! Non c'e' rispetto neppure per noi pellegrini dunque!
No, la Festa dell'Acqua e' cosi', non guarda in faccia nessuno.
Sul camion mi ritrovo tra un gruppo di monaci un po' in la' con gli anni ed un'effervescente scolaresca.
Il monaco che mi si e' seduto accanto (il termine "accanto" non e' appropriato, dato che siamo praticamente sovrapposti) se la ridacchia di continuo e - dato che devo stargli simpatico - lungo tutto il tragitto mi fa dei gran racconti in birmano stretto.
Mentre saliamo, incontriamo una moltitudine di camion come il nostro, che stanno ridiscendendo a valle. Ogni volta che ne incrociamo uno, da quello partono cannonate d'acqua, cosi' che gia' dopo pochi metri, ci ritroviamo fradici.
E i miei? Nulla, stanno solo a subire (ed io con loro).
Ora, non dico i monaci, che sono pure anzianotti, ma voi, "ragazzi della terza C", alla partenza sembravate dei teppisti incalliti e adesso mi vien fuori che siete degli smidollati che non si sono procurati neppure un bazooka ad acqua o, quanto meno, una batteria di secchi pieni fino all'orlo?
Insomma, dopo un po', dato che ne va dell'orgoglio, decido di rinunciare alla mia preziosa acqua potabile, tiro fuori dalla borsa la bottiglia, la porgo al monaco (che se la ride) e gli faccio segno di passarla ad un ragazzo che e' seduto in una buona posizione per far partire finalmente il nostro glorioso contrattacco.
Il monaco esegue e passa la bottiglia al giovine.
E quello? prende e la rovescia addosso alla compagna che gli sta seduta davanti.
"Non cosi', inetto!".
Ma quando lei si gira e gli fa un gran sorriso e lui, per un attimo, mi guarda riconoscente, capisco che ha fatto la cosa giusta.

1 commento:

carolina marino ha detto...

beh ... è un po' come a ferragosto da noi ... almeno fa caldo? ... quando rientri anche pupino sarà felice di farti un bel gavettone ... baci carol